Editoriale del Presidente Luca Remmert

Presentazione del CIAC – Consorzio Italiano per l’Agricoltura Circolare

Questa è la prima newsletter inviata dal CIAC – Consorzio Italiano per l’Agricoltura Circolare e mi fa particolarmente piacere salutare tutti voi dopo alcuni mesi da quando il Consorzio ha iniziato la sua attività. 

Come molti di voi sanno il CIAC è nato da un’idea di alcuni imprenditori agricoli tra cui il sottoscritto che, dopo aver già iniziato più di 10 anni fa un importante percorso che ci ha portato a costituire il CMA – Consorzio Monviso Agroenergia, hanno deciso di fare un passo ulteriore e costituire questo nuovo Consorzio che è nato nel mese di luglio 2020 ma che ha iniziato effettivamente ad operare in maniera più concreta circa un anno fa con l’ingresso di Michele Mellano e di Enrico Camelin, rispettivamente direttore e responsabile tecnico e scientifico del Consorzio. 

Ma perché è nato il Ciac e quali sono i suoi obiettivi? In poche parole, si potrebbe dire che si tratta di un progetto per rilanciare la filiera agricola a partire dall’economia circolare ma i temi di cui il Ciac intende occuparsi sono ancora più ampi. 

Il costante impegno profuso dal settore agricolo nella produzione di cibo, nella valorizzazione di scarti e sottoprodotti, nella produzione di energia rinnovabile, di fertilizzanti organici e nella riduzione delle emissioni degli effluenti zootecnici si sta concretizzando in una visione di progetto più strutturata. 

Crediamo quindi che sia arrivato il momento di capitalizzare e mettere a sistema questo grande patrimonio di tecnologie e know-how in una catena di valori orientata verso un modello economico sostenibile, in accordo con il più ampio quadro di riferimento del Green Deal europeo

L’agricoltura italiana ha attraversato diverse fasi di cambiamento ed è oggi impegnata in una transizione radicale ed in un cambio di paradigma passando da un’agricoltura più tradizionale fino ad arrivare all’agricoltura 4.0, innovativa, digitale e di precisione, in poche parole e per usare un termine che va di moda un’agricoltura “Smart”. 

Uno dei pilastri del Green Deal europeo è la Farm to Fork (F2F) strategy, lanciata dalla Commissione Europea nel maggio del 2020 e che mirerà a stimolare un consumo alimentare sostenibile, promuovendo cibi sani ed a prezzi accessibili per tutti. 

La strategia Farm to Fork(F2F) è il piano decennale 2020-2030 messo a punto dalla Commissione europea per guidare la transizione agricola verso un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente. È la prima volta che l’Unione europea cerca di progettare una politica alimentare che proponga misure e obiettivi che coinvolgono l’intera filiera alimentare, dalla produzione al consumo, passando naturalmente per la distribuzione. L’obiettivo di fondo è rendere i sistemi alimentari europei più sostenibili di quanto lo siano oggi. Ogni Stato membro dell’Ue dovrà seguirla, adottando norme a livello nazionale che consentano di contribuire a raggiungere gli obiettivi stabiliti dell’Ue. I Paesi membri godranno di eventuali misure di sostegno aggiuntive nel corso dell’implementazione della strategia.

Ma quali sono gli obiettivi della F2F?

Creazione di un nuovo modello di business verde

In questo sistema l’agricoltore verrà remunerato per il sequestro di carbonio dall’atmosfera (Carbon Farming) tramite sistemi di mercato del carbonio (crediti di carbonio) che potranno essere attribuiti anche all’energia verde tramite, ad esempio, gli Emission Trading Systems (ETS). 

Creazione di una bioeconomia circolare dell’agricoltura

L’implementazione di un circolo virtuoso in cui nulla si getta pone le basi nel recupero di materia ed energia, declinate con il trattamento anaerobico degli effluenti zootecnici e la produzione di energia rinnovabile. 

Riduzione del 50% dell’uso di pesticidi chimici

L’abbattimento dell’impiego di queste sostanze potrà essere raggiunto grazie al rafforzamento della difesa integrata, degli interventi meccanici e delle tecniche di Agricoltura di Precisione. In tal modo la riduzione dei rischi derivanti dall’utilizzo di pesticidi si può ben coniugare con le richieste del consumatore di un cibo più sano e di qualità.

Riduzione del 50% delle perdite di nutrienti

L’applicazione di tecniche innovative e di piani di concimazione ponderati che beneficino delle tecniche di Precision Farming dovranno consentire la riduzione dell’uso di fertilizzanti del 20% entro il 2030. Un sostanziale contributo al raggiungimento di questo scopo dovrà derivare anche dalla valorizzazione del potenziale delle nuove tecniche genomiche, volte a garantire la sostenibilità lungo la filiera alimentare, incrementando le produzioni e riducendo l’apporto di fitofarmaci. 

Aumento della produzione europea di proteine vegetali e riduzione dell’import di mangimi e nutrienti

Riduzione del 50% delle vendite complessive di antimicrobici nell’UE

La resistenza antimicrobica legata all’uso eccessivo e inadeguato degli antimicrobici nell’assistenza sanitaria umana e animale causa ogni anno, secondo le stime, la morte di 33.000 persone nella UE. La diminuzione di vendite, e quindi di impiego, di antimicrobici per gli animali da allevamento e per l’acquacoltura entro il 2030 sarà un’azione fondamentale per ottenere un significativo giovamento per il benessere degli animali. Questo si tradurrà non solo in un miglioramento della salute degli animali e della qualità degli alimenti, ma anche in una minore necessità di medicinali, e contribuendo alla preservazione della biodiversità. 

Aumento del 25% le superfici agricole in regime biologico UE entro il 2030 

Produzione ittica sostenibile

Sarà rafforzato lo sviluppo dei settori dell’acquacoltura e della coltivazione di alghe. Queste ultime possono costituire un’importante fonte alternativa di proteine destinate al consumo umano, per implementare un sistema alimentare sostenibile e la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare a livello globale. 

Sostegno diretto agli agricoltori

La Commissione aiuterà gli agricoltori a rafforzare la loro posizione nella catena di approvvigionamento e ad aggiudicarsi una quota equa del valore aggiunto della produzione incoraggiando le possibilità di cooperazione all’interno delle organizzazioni comuni dei mercati dei prodotti agricoli.

E quali sono gli obiettivi del CIAC?

Le finalità che il CIAC intende perseguire sono legate all’applicazione della Farm to Fork strategy a vantaggio della comunità, cercando di trasformare un potenziale aggravio di vincoli ed impegni ambientali in un forte vantaggio competitivo per le aziende aderenti. In questo modo è possibile ripristinare quel rapporto autentico tra agricoltura ed ambiente, dove nulla si butta e tutto si recupera, facendolo rientrare in ciclo sotto forma di materia o energia e dove il rispetto per la terra e per la salute delle persone è al centro di tutto il percorso. 

Lo scopo ultimo del CIAC è dunque quello di migliorare l’immagine della filiera agroalimentare, aumentando il valore aggiunto delle produzioni alimentari, di materiali no food, di energia, e delle funzioni sociali e paesaggistiche del settore agricolo ed agroindustriale. L’auspicabile conseguenza di queste azioni è la ricaduta efficace sia per le aziende e gli addetti, che per i cittadini consumatori

Gli obiettivi specifici del CIAC sono:

L’agricoltura circolare

La filiera agroalimentare si sta evolvendo verso un sistema circolare, solido e resiliente basato su processi produttivi mirati a migliorarne la sostenibilità ambientale ed a creare reddito sul territorio. Questo approccio circolare deve essere garantito in prima battuta dalla gestione virtuosa dei nutrienti (bilancio di azoto fosforo e potassio), il cui ciclo va sostenuto tramite l’utilizzo di fertilizzanti rinnovabili e locali, e di sottoprodotti equiparati ad essi, come il digestato. In secondo luogo, il riutilizzo diretto di scarti e cascami in produzioni circolari ed innovative costituisce un’ottima strategia di valorizzazione, contribuendo a migliorare l’autonomia alimentare per persone (“food”) e bestiame (“feed”). 

L’ambiente

Il settore agroalimentare può giocare il ruolo di protagonista nella protezione dell’ambiente promuovendo una vera e propria transizione ecologica mirata a ridurre o neutralizzare il suo impatto ambientale ed a contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici. La promozione della decarbonizzazione del sistema agricolo sarà il principale cavallo di battaglia in questa rivoluzione verde e punterà ad incentivare l’utilizzo di fonti rinnovabili (elettricità, combustibili, calore) ed a partecipare a protocolli di riduzione delle emissioni come gli ETS (Emission Trading Systems). Gli effetti sortiti avranno notevoli ricadute non solo in termini di preservazione degli ecosistemi e di tutte le risorse naturali, ma anche di tutela della sicurezza degli alimenti, del benessere animale e della salute dei consumatori.

La competitività

L’aumento della competitività delle imprese della filiera agro-alimentare, forestale, manifatturiera e di tutto il suo indotto deve essere finalizzato a rafforzare il ruolo del settore negli scenari del mercato europeo ed internazionale. Dunque, la visione è quella non solo di generare una remunerazione più equa per gli operatori, ma anche di rendere gli alimenti più sostenibili ed accessibili economicamente al consumatore finale. La risonanza di queste azioni può fortemente giovare al consolidamento di una serie di valori molto rilevanti per il cibo, spaziando dalla messa in risalto del territorio locale all’affermazione del suo ruolo nell’esaltazione della convivialità, del gusto, dell’espressione culturale ed artistica. Questi elementi sono indispensabili per rafforzare l’immagine di qualità delle produzioni agricole made in Italy, fornendo un ulteriore ed influente elemento di competitività sul panorama internazionale.

La bioeconomia

La sostenibilità ambientale ed ecologica di cui è portavoce la bioeconomia va a complementare sinergicamente il quadro insieme ai propositi dell’agricoltura circolare e dell’ambiente. Quindi la costruzione di una bioeconomia circolare nella filiera dovrà necessariamente muovere da due principi fondamentali: il recupero di materia (nutrienti e sottoprodotti) e di energia. Relativamente a quest’ultimo, la promozione e lo sviluppo di produzioni energetiche rinnovabili in ambito agricolo saranno il key player per ridurre la dipendenza dalle fonti fossili tramite la valorizzazione degli scarti e delle produzioni agricole sostenibili. Infatti, il mondo agricolo ha già dimostrato di essere in grado di garantire un approvvigionamento energetico da fonte rinnovabile in modo efficiente con energia elettrica e calore, biometano per i trasporti e per il sistema produttivo e bioidrogeno green da filiera locale a costi competitivi.

L’agricoltura digitale

Parallelamente ad una transizione ecologica, il mondo agricolo odierno è teatro di una vera e propria rivoluzione digitale guidata dalla Precision Farming e dall’Agricoltura 4.0. Questi baluardi abbracciano numerosi aspetti che includono la riduzione degli apporti chimici in agricoltura, la garanzia di tracciabilità e qualità del prodotto tramite l’uso delle blockchain, e l’analisi dei dati ambientali e del ciclo vita dei prodotti mediante l’analisi LCA (Life-cycle assessment). In tal modo sarà possibile non solo valutare l’impatto della produzione, ma anche proporre al consumatore il cibo che desidera con le opportune garanzie.

La formazione

La prospettiva di sostenibilità ed efficienza ambientale non può prescindere dalla formazione ed addestramento per qualificare personale preparato in materia di agricoltura circolare. L’intento è quello non solo di offrire un’erogazione formativa frontale, ma soprattutto di proporre direttamente il territorio e le imprese attive su di esso come spazio didattico e formativo di avanguardia.

A chi si rivolge il CIAC?

Il Consorzio Italiano Agricoltura Circolare punta ad aggregare i soggetti che operano nell’ambito della filiera agroalimentare e che aderiscono agli obiettivi posti dalla Farm to Fork strategy, cioè la costruzione di una filiera agroalimentare sostenibile e circolare entro il 2030. 

Possono, quindi, aderire al CIAC i seguenti soggetti: 

  • Aziende agricole: ditte individuali agricole, società semplici agricole, altre società agricole, cooperative agricole che abbiano per oggetto sociale esclusivo lo svolgimento dell’attività agricola e delle attività connesse. 
  • Aziende della filiera agroalimentare: imprese che operano nella filiera della trasformazione, confezionamento e commercializzazione dei prodotti agricoli ed agroalimentari. Ne fanno parte aziende agroindustriali ed agroalimentari distinte da un approccio circolare alle produzioni alimentari, tra cui i caseifici, i macelli, i salumifici, i centri cerali, le aziende attive nel ramo ortofrutticolo ed enologico, e gli attori della filiera commerciale dei prodotti agricoli. 
  • Aziende dell’indotto agricolo: imprese che, pur essendo esterni alla filiera agroalimentare, forniscono prodotti e servizi al settore agricolo ed agroindustriale, tra cui fornitori di macchine, impianti, costruzioni, servizi, software, assistenza, consulenza ai soggetti dell’agroalimentare e dell’agroenergia
  • Enti ed associazioni: soggetti tipicamente no profit che condividono gli obiettivi del CIAC, tra cui associazioni agricole, ambientaliste, enti pubblici, organismi di ricerca ed organismi di assistenza agricola. 
  • Cittadini: persone fisiche o loro aggregazioni che condividono gli obiettivi del CIAC. 

Per fare questo e per dare forza e impulso all’azione del CIAC sarebbe importante avere anche il sostegno e la vostra adesione e per questo ci permettiamo di trasmettere il link https://www.agricolturacircolare.org/form-richiesta-iscrizione/index.php per compilare la scheda di raccolta dati utile per procedere all’adesione al CIAC. 

In seguito alla compilazione e all’invio di tale scheda riceverete, sulla mail che avrete indicato, il modello di adesione al Consorzio con indicata la quota di adesione. 

Grazie fin d’ora per la vostra collaborazione.

Un caloroso saluto dal Presidente del CIAC,
Luca Remmert

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